ID:
SCV0789
Durata (ore):
68
CFU:
8
SSD:
LETTERATURA FRANCESE
Anno:
2024
Dati Generali
Periodo di attività
Secondo Semestre (17/02/2025 - 30/05/2025)
Syllabus
Obiettivi Formativi
Il corso intende fornire strumenti e contenuti utili a comprendere le linee direttrici della storia culturale e letteraria del mondo francofono nella seconda metà del Novecento con particolare attenzione alle vicende algerine
Prerequisiti
L’accesso all’insegnamento implica il superamento dell’esame di Elementi di lingua francese o la conoscenza (con relativa certificazione) della lingua francese livello A2 del Quadro europeo di riferimento; questo livello iniziale permette agli studenti di leggere e comprendere testi scritti, soprattutto di saggistica, senza tuttavia escludere articoli di giornale, e documenti audiovisivi.
Metodi didattici
Lezioni frontali e seminariali
Verifica Apprendimento
L'esame consiste in un colloquio orale della durata di mezz'ora sui temi e i testi affrontati nel corso
Contenuti
Inchiostro e memorie di un’Algeria divisa
1991-1999
La ‛Guerra civile’ algerina degli anni ’90 ha scosso nelle fondamenta il paese nato appena qualche decennio prima. Dal 1991 al 1999 le estreme violenze perpetrate ai danni dei civili e il dibattito infiammato sulla legittimità politica dell’islamismo hanno caratterizzato la vita dell’Algeria. A ben vedere gli anni ’90 algerini altro non furono che il frutto avvelenato della politica del partito unico, l’FLN, al potere dal 1962. I pochi anni intercorsi tra la liberalizzazione del regime, 1988, e l’inizio della ‛Guerra civile’ nel 1992, non hanno saputo traghettare il paese verso la democrazia.
La morte di Kateb Yacine e Mouloud Mammeri nel 1989 rappresenta dal punto di vista letterario la fine di un periodo certamente contrastato e l’inizio di un’era ancora più incerta per la vita letteraria del paese. Gli scrittori che emergono, letteralmente, dalle braci della guerra civile, si sentono chiamati da un lato a un nuovo impegno e dall’altro cercano nuove forme espressive; non in ultimo emergono attraverso la loro voce alcune questioni fino ad allora ritenute secondarie come il bilinguismo, il carattere transnazionale e politico in senso ampio della produzione letteraria.
La lettura di romanzi, autobiografie e saggi converge nel restituirci il volto degli scrittori algerini di lingua francese impegnati a testimoniare delle atrocità della ‛Guerra civile’. Partendo dal recente libro di Tristan Leperlier, Algérie, les écrivains dans la décennie noire, proveremo a raccontare in che modo questo racconto della guerra è stato possibile. Secondo Leperlier tale letteratura si sviluppa seguendo tre filoni principali: l’attestazione, l’evocazione e l’interrogazione.
Rachid Mimouni offre ne La Malédiction (1993) la vibrante testimonianza, in presa diretta, della lotta quotidiana per la sopravvivenza; Mohammed Dib nei racconti che compongono la raccolta La Nuit sauvage (1995) cerca invece di coniugare engagement e ricerca stilistica, l’evocazione di un’Algeria ormai perduta e il quotidiano inferno; Salim Bachi ne Le chien d’Ulysse (2001) si interroga contemporaneamente sull’eredità della guerra appena conclusa e sui poteri della letteratura verso i quali si mostra scettico; Amina Damerdji, infine, nel recente Bientôt les vivants (2024), offre un nuovo sguardo su quel decennio iniziato con le sommosse dell’ottobre del 1988 e non ancora davvero finito nella memoria lacerata di molti algerini, anche di quelli che non hanno vissuto direttamente quel decennio.
Durante il corso si farà cenno al Rapport Store la cui traduzione, a cura di Fabio Libasci, è prevista per la primavera 2025.
1991-1999
La ‛Guerra civile’ algerina degli anni ’90 ha scosso nelle fondamenta il paese nato appena qualche decennio prima. Dal 1991 al 1999 le estreme violenze perpetrate ai danni dei civili e il dibattito infiammato sulla legittimità politica dell’islamismo hanno caratterizzato la vita dell’Algeria. A ben vedere gli anni ’90 algerini altro non furono che il frutto avvelenato della politica del partito unico, l’FLN, al potere dal 1962. I pochi anni intercorsi tra la liberalizzazione del regime, 1988, e l’inizio della ‛Guerra civile’ nel 1992, non hanno saputo traghettare il paese verso la democrazia.
La morte di Kateb Yacine e Mouloud Mammeri nel 1989 rappresenta dal punto di vista letterario la fine di un periodo certamente contrastato e l’inizio di un’era ancora più incerta per la vita letteraria del paese. Gli scrittori che emergono, letteralmente, dalle braci della guerra civile, si sentono chiamati da un lato a un nuovo impegno e dall’altro cercano nuove forme espressive; non in ultimo emergono attraverso la loro voce alcune questioni fino ad allora ritenute secondarie come il bilinguismo, il carattere transnazionale e politico in senso ampio della produzione letteraria.
La lettura di romanzi, autobiografie e saggi converge nel restituirci il volto degli scrittori algerini di lingua francese impegnati a testimoniare delle atrocità della ‛Guerra civile’. Partendo dal recente libro di Tristan Leperlier, Algérie, les écrivains dans la décennie noire, proveremo a raccontare in che modo questo racconto della guerra è stato possibile. Secondo Leperlier tale letteratura si sviluppa seguendo tre filoni principali: l’attestazione, l’evocazione e l’interrogazione.
Rachid Mimouni offre ne La Malédiction (1993) la vibrante testimonianza, in presa diretta, della lotta quotidiana per la sopravvivenza; Mohammed Dib nei racconti che compongono la raccolta La Nuit sauvage (1995) cerca invece di coniugare engagement e ricerca stilistica, l’evocazione di un’Algeria ormai perduta e il quotidiano inferno; Salim Bachi ne Le chien d’Ulysse (2001) si interroga contemporaneamente sull’eredità della guerra appena conclusa e sui poteri della letteratura verso i quali si mostra scettico; Amina Damerdji, infine, nel recente Bientôt les vivants (2024), offre un nuovo sguardo su quel decennio iniziato con le sommosse dell’ottobre del 1988 e non ancora davvero finito nella memoria lacerata di molti algerini, anche di quelli che non hanno vissuto direttamente quel decennio.
Durante il corso si farà cenno al Rapport Store la cui traduzione, a cura di Fabio Libasci, è prevista per la primavera 2025.
Lingua Insegnamento
FRANCESE
Altre informazioni
Bibliografia
a. T. Leperlier, Algérie, Les écrivains dans la décennie noire, Paris, CNRS éditions 2018
b. R. Mimouni, La Malédiction, Paris, Stock, 1993
c. M. Dib, La nuit sauvage, Paris, Albin Michel 1995
d. S. Bachi, Le chien d'Ulysse, Paris, Gallimard, 2001
e. A. Damerdji, Bientôt les vivants, Paris, Gallimard, 2024
a. T. Leperlier, Algérie, Les écrivains dans la décennie noire, Paris, CNRS éditions 2018
b. R. Mimouni, La Malédiction, Paris, Stock, 1993
c. M. Dib, La nuit sauvage, Paris, Albin Michel 1995
d. S. Bachi, Le chien d'Ulysse, Paris, Gallimard, 2001
e. A. Damerdji, Bientôt les vivants, Paris, Gallimard, 2024
Corsi
Corsi
3 anni
No Results Found
Persone
Persone
No Results Found